Il Partito Comunista italiano. Le origini e gli artefici

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Descrizione

Il 21 gennaio 1921 venne a fondato a Livorno il Partito Comunista d’Italia destinato a divenire, con il nome di PCI, il più grande partito comunista dell’Occidente. Costretto alla clandestinità durante il fascismo, il PCI divenne dopo la seconda guerra mondiale il secondo partito italiano dopo la Democrazia Cristiana, rimanendo sempre fedele alle direttive dell’Unione Sovietica.
Gli anni del maggior successo elettorale del PCI, furono quelli del “compromesso storico”, una formula lanciata da Enrico Berlinguer, per realizzare lo storico incontro tra comunisti e cattolici vaticinato da Gramsci e Togliatti.
Nello studio il Pci è e resterà comunista, apparso nel 1976, padre Antonio Caruso dimostrò che Berlinguer operava in perfetta coerenza con Bordiga, Togliatti e Gramsci, i tre artefici della Rivoluzione comunista in Italia nel Novecento, che continuano ad essere celebrati dalla cultura e dalla classe politica dominante. Ripubblichiamo questo studio mutandone il titolo.

Padre Antonio Caruso (1919-2010) della Compagnia di Gesù, dopo aver fatto parte, tra il 1958 e il 1963, di un gruppo segreto di gesuiti che, con l’appoggio dei loro superiori e del Vaticano, militarono attivamente contro il comunismo, è stato redattore politico della Civiltà Cattolica e ha lavorato per 18 anni alla Segreteria di Stato vaticana. Tra le sue numerose opere: Compagni bianchi e compagni rossi: quando l’Italia slittava verso il Cremlino (SEDIC,1992); Tra Grandezze e squallori (Edizioni Viverein, 2008); Sant’Ignazio Licenziato (Guida editori, 2015).

Dettagli

Autore: Padre Antonio Caruso s. j.
Anno edizione: 2021
Pagine: 81
ISBN: 978-88-86387-22-4

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